
Covid-19 e privacy
Scuole, Comuni, ospedali e datori di lavoro non possono diffondere i dati sensibili di chi è risultato positivo al Covid-19.
Il Garante della privacy
si è espresso sul trattamento dei dati personali reperiti, nel corso dell’emergenza sanitaria Covid-19, dichiarando la non trasmissibilità dei dati delle persone contagiate dal Coronavirus o messe in quarantena a casa che pertanto non possono uscire a gettare i rifiuti e hanno richiesto al proprio Comune il ritiro porta a porta; la stessa raccomandazione vale per i dati personali dei soggetti che si trovano in situazioni di difficoltà tali da avere necessità di ricevere buoni pasto o consegna a domicilio della spesa.
L’attenzione all’utilizzo delle informazioni di cui entrano in possesso datori di lavoro, Comuni, ospedali, Forze di Polizia, Istituti scolastici sullo stato di salute, si estende alle persone che si sono sottoposte al tampone o ad altri trattamenti sanitari, all’identità di eventuali dipendenti o studenti (o familiari di questi) contagiati.
Anche in emergenza sanitaria, le tutele fondamentali restano
A far discutere non è perciò solo la app Immuni e ciò che è chiaro è che spetti solo alle autorità sanitarie la ricostruzione della mappa dei contatti dei contagiati e la relativa comunicazione ai soggetti coinvolti.
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